Ciò che è certo si è che trascorsa d'assai la mezzanotte, lo stesso soldato battè all'uscio della camera di Orsola chiamandola istantemente, e venuta questa donna ad aprirgli, le narrò a bassa voce che il marito di lei si trovava in quel medesimo Castello in mano dei Ducali. Orsola fu per isvenire a tale notizia, e appena riebbe la parola, pregò ardentemente quel soldato la guidasse tosto al luogo ove stavano i prigionieri, che avrebbe implorato dalla pietà dei custodi di rivedere e favellare al marito. Ella insistette onde ve la conducesse all'istante, perchè allo spuntare dell'aurora Gian Giacomo e tutti gli abitatori del Forte dovevano partire per Lecco, quindi essa stessa con loro, e la propria figlia Rina che si stava nelle stanze di Margarita Medici allestendo con altre donne gli equipaggi per essere disposte alla mattutina partenza: e nel cuore di Orsola sorse sorridente la speranza che Falco le avrebbe dato il desiderato comando di non seguire Gian Giacomo Medici, di ritornare invece a Nesso colla figlia, ove egli, liberato dai Ducali per effetto della celebrata pace, le raggiungerebbe, e condurrebbe con esse una più tranquilla vita.
Il soldato cedendo alle replicate inchieste di Orsola, aderì ad esserle scorta ai baluardi occupati dai Ducali, ed ella allora tutta gioiosa fece rapidamente un involto di sue poche masserizie ed oggetti di vestimento che pose da canto col pensiero di riprenderle quando sarebbe venuta a levare la figlia, e via col soldato alla porta del Forte che questi fece aprire e giù per quelle tenebre di bastione in bastione sino alle case del Maresciallo.
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