Pervenuti colà scorsero un lume dentro un camerone, che era quello da cui si discendeva alle case matte: il soldato fecelo rimarcare ad Orsola e le disse d'avviarsi quivi da sola, ch'egli starebbe ad attenderla più in su al ritorno, e si scostò immediatamente da lei. Orsola, trepidante di tema e di contento, s'avanzò con incerti passi, ed entrò colà: al fosco chiarore d'una lampada vide quattro uomini d'armi che dormivano, due stesi sulle panche e due col capo piegato sulle braccia appoggiate alla tavola. Tremò la meschina non osando risvegliare que' feroci, ma l'un d'essi destato dal rumore de' suoi passi levò la testa e diè un grido d'allarme; balzarono in piedi i tre altri brandendo le armi: allora la donna gettossi ai piedi di quel primo, espose la causa di sua venuta, e colle lagrime agli occhi e le mani giunte implorò la grazia di vedere il marito.
Al levare del sole, le rispose desso ruvidamente, quando lo condurremo fuori per fargli la festa, potevi vederlo a tuo bell'agio senza che fosti qui venuta a romperci il sonno, che non so come diavolo vi sii riuscita: ma sei fortunata: trovi un uomo di buon cuore che non può vedere a piangere le donne: Tacco, va con Lisca a condurla là giù dove abbiamo messo Falco; ch'egli se la becchi pure prima che gli storciamo il collo
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Quei due uomini d'armi, che s'avevano volti più da sgherri che da soldati, presa una fiaccola per ciascuno, guidarono Orsola da un uscio che s'apriva quivi ad un corritoio, in fondo al quale vedevasi una porta ferrata.
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