Un tal momentaneo inconveniente spinge a fare la facile, e necessaria correzione alle parole della legge; ma impedisce i fatali ragionamenti, dai quali nascono le arbitrarie, e venali controversie. Quando un codice fisso di leggi, che si debbono osservare alla lettera non lascia al Giudice altra incombenza, che di esaminare le azioni de' Cittadini, e giudicarle conformi, o difformi alla legge scritta, quando la norma del giusto, e dell'ingiusto, che deve dirigere le azioni sì del Cittadino ignorante, che del Cittadino Filosofo, non è un affare di controversia, ma di fatto; allora i sudditi non sono soggetti alle piccole tirannie di molti, più fatali, che quelle di un solo (perchè il dispotismo di molti non è correggibile, che dal dispotismo di un solo, e la crudeltà di un Dispotico è proporzionata non alla forza, ma agli ostacoli) [pag. 13] tanto più crudeli, quanto è minore la distanza tra chi soffre, e fa soffrire. Così acquistano i cittadini quella sicurezza di loro stessi, che è giusta, perchè è lo scopo per cui gli uomini stanno in società, che è utile, perchè gli mette nel caso di esattamente calcolare gl'inconvenienti di un misfatto. Egli è vero altresì, che acquisteranno uno spirito d'indipendenza; ma non già scuotitore delle leggi, e ricalcitrante ai supremi Magistrati, bensì a quelli, che hanno osato chiamare col sacro nome di virtù la debolezza di cedere alle loro interessate o capricciose opinioni. Egli è cvero, che questi principj spiaceranno a coloro, che si sono fatto un diritto di trasmettere agl'inferiori i colpi della tirannia, che hanno ricevuto dai Superiori.
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