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      Dovrei tutto temere, se lo spirito di tirannia fosse componibile collo spirito di lettura.
      Oscurità delle leggi.
      Se l'interpetrazione delle Leggi è un male; egli è evidente esserne un altro l'oscurità, che strascina seco necessariamente l'interpetrazione, e lo sarà grandissimo, se le leggi sieno scritte in una lingua straniera al popolo, che lo ponga nella dipendenza di alcuni pochi, non potendo giudicar da se stesso qual sarebbe l'esito della sua libertà, o dei suoi membri, in una lingua, che formi di un libro solenne, e pubblico un quasi privato e domestico. Che dovremo pensare degli uomini, riflettendo esser [pag. 14] questo l'inveterato costume di buona parte della colta ed illuminata Europa! Quanto maggiore sarà il numero di quelli, che intenderanno, e avranno fralle mani il sacro Codice delle leggi, tanto men frequenti saranno i delitti, perchè non v'ha dubbio; che l'ignoranza, e l'incertezza delle pene non ajutino l'eloquenza delle passioni.
      Una conseguenza di quest'ultime riflessioni è, che senza la scrittura una società non prenderà mai una forma fissa di Governo, in cui la forza sia un effetto del tutto, e non delle parti, e in cui le leggi inalterabili, se non dalla volontà generale, non si corrompano passando per la folla degl'interessi privati. L'esperienza, e la ragione ci hanno fatto vedere, che la probabilità e la certezza delle tradizioni umane si sminuiscono a misura, che si allontanano dalla sorgente. Che se non esiste uno stabile monumento del patto sociale, come resisteranno le leggi alla forza inevitabile del tempo, e delle passioni?


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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