Questa dipende dalla impressione attuale degli oggetti, e dalla precedente disposizione della mente: esse variano in tutti gli uomini e in ciascun uomo colla velocissima successione delle idee, delle passioni e delle circostanze. Sarebbe dunque necessario formare non solo un Codice particolare per ciascun Cittadino, ma una nuova Legge, ad ogni Delitto. Qualche volta gli uomini colla migliore intenzione fanno il maggior male alla Società; e alcune altre volte colla più cattiva volontà ne fanno il maggior bene.
[pag. 20] Altri misurano i delitti più dalla dignità della persona offesa, che dalla loro importanza riguardo al ben pubblico. Se questa fosse la vera misura dei delitti, una irriverenza all'Essere degli Esseri dovrebbe più atrocemente punirsi, che l'assassinio d'un Monarca; la superiorità della Natura essendo un infinito compenso alla differenza dell'offesa.
Finalmente alcuni pensarono, che la gravezza del peccato entrasse nella misura dei delitti. La fallacia di questa opinione risalterà agli occhi d'un indifferente esaminatore dei veri rapporti tra uomini, e uomini, e tra uomini, e Dio. La sola necessità ha fatto nascere dall'urto delle passioni, e dalle opposizioni degl'interessi l'idea della utilità comune, che è la base della Giustizia umana; i secondi sono rapporti di dipendenza da un Essere perfetto, e creatore, che si è riserbato a sè solo il diritto di essere Legislatore, e Giudice nel medesimo tempo, perchè egli solo può esserlo senza inconveniente. Se ha stabilito pene eterne a chi disobbedisce alla sua onnipotenza, qual sarà l'insetto che oserà supplire alla divina giustizia, che vorrà vendicare l'Essere, che basta a se stesso, che non può ricevere dagli oggetti impressione alcuna di piacere, o di dolore, e che solo tra tutti gli Esseri agisce senza reazione?
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