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      [pag. 91] Di più, un tal editto sconvolge tutte le idee di morale, e di virtù, che ad ogni minimo vento svaniscono nell'animo umano. Ora le Leggi invitano al tradimento, ed ora lo puniscono. Con una mano il Legislatore stringe i legami di famiglia, di parentela, di amicizia, e coll'altra premia chi gli rompe, e chi gli spezza; sempre contradittorio a se medesimo, ora invita alla fiducia gli animi sospettosi degli uomini, ora sparge la diffidenza in tutt'i cuori. In vece di prevenire un delitto, ne fa nascer cento. Questi sono gli espedienti delle Nazioni deboli, le Leggi delle quali non sono, che istantanee riparazioni di un edificio rovinoso, che crolla da ogni parte. A misura, che crescono i lumi in una Nazione, la buona fede, e la confidenza reciproca divengono necessarie, e sempre più tendono a confondersi colla vera politica. Gli artificj, le cabale, le strade oscure ed indirette, sono per lo più prevedute, e la sensibilità di tutti rintuzza la sensibilità di ciascuno in particolare. I secoli d'ignoranza medesimi, nei quali la morale pubblica piega gli uomini ad ubbidire alla privata, servono d'instruzione e di sperienza ai secoli illuminati. Ma le Leggi, che premiano il tradimento, e che eccitano una guerra clandestina spargendo il sospetto reciproco fra i Cittadini, si oppongono a questa così necessaria riunione della morale, e della Politica, a cui gli [pag. 92] uomini dovrebbero la loro felicità, le Nazioni la pace, e l'universo qualche più lungo intervallo di tranquillità, e di riposo ai mali, che vi passeggiano sopra.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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