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      Eppur questa è la chimera degli uomini limitati, quando abbiano il comando in mano. Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti non è prevenire i [pag. 96] delitti, che ne possono nascere, ma egli è un crearne dei nuovi, egli è un definire a piacere la virtù ed il vizio, che ci vengono predicati eterni ed immutabili. A che saremmo ridotti, se tutto ciò ci dovesse essere vietato che può indurci a delitto? Bisognerebbe privare l'uomo dell'uso de' suoi sensi. Per un motivo, che spinge gli uomini a commettere un vero delitto, ve ne son mille, che li spingono a commetter quelle azioni indifferenti, che chiamansi delitti dalle male Leggi; e se la probabilità dei delitti è proporzionata al numero dei motivi, l'ampliare la sfera dei delitti è un crescere la probabilità di commetterli. La maggior parte delle Leggi non sono che privilegj, cioè un tributo di tutti al comodo di alcuni pochi.
      Volete prevenire i delitti? Fate, che le Leggi sian chiare, semplici, e che tutta la forza della Nazione sia condensata a difenderle, e nessuna parte di essa sia impiegata a distruggerle. Fate, che le Leggi favoriscano meno le classi degli uomini, che gli uomini stessi. Fate, che gli uomini le temano, e temano esse sole. Il timor delle Leggi è salutare, ma fatale, e fecondo di delitti è quello di uomo a uomo. Gli uomini schiavi sono più voluttuosi, più libertini, più crudeli degli uomini liberi. Questi meditano sulle scienze, meditano sugl'interessi della Nazione, veggono grandi oggetti, e li imitano; ma quegli contenti del giorno presente cercano frallo strepito del libertinaggio una [pag.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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