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      BREVE PREFAZIONE
     
      Due volumi di Raffaello Barbiera e alcune polemiche del Luzio resero testè famigliare al pubblico italiano il nome della Principessa Belgioioso, di questa donna d'ingegno e di vita singolari, che sussidiò le cospirazioni di Mazzini e accolse le idee dei sansimoniani, pubblicò quattro volumi sul domma cattolico e soccorse i profughi rivoluzionari in Parigi, dove il De Musset, Giuseppe Ferrari, Thiers, Giorgio Sand e una pleiade di altri intellettuali la circondarono della loro stima e amicizia. Scrittrice vigorosa e ammirata, accorre a Milano nel 1848 guidando un battaglione di volontari napoletani; poi, cadute tutte le speranze di Lombardia, la vediamo in Roma curare negli ospedali i feriti difensori della repubblica; viaggiatrice irrequieta nell'Oriente, e pacifica benefattrice de' suoi contadini nel campestre ritiro di Locate; pensatrice positiva e sognatrice romantica; repubblicana e poi albertista; di nuovo repubblicana e poi cavourriana e autrice d'una apologetica Histoire de la maison de Savoie - questa donna singolare si presenta come la Sfinge, sfida e scombussola il pettegolo semplicismo dei cacciatori di aneddoti e la presuntuosa vanità dei critici, e meriterebbe (ancora non è comparso) un biografo psicologo, il quale, alla profonda conoscenza dell'ambiente sociale e delle correnti storiche tra cui ella visse, accoppiasse la coscienza delle difficoltà di cogliere e spiegare tutte le faccie e le apparenti contraddizioni di quell'anima foscoliana, incarcerata nelle vibranti seduzioni della venustà femminile.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904, pagine 169

   





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