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      Arcangelo Ghisleri.
      PARTE PRIMA
     
      La rivoluzione milanese. - Il governo provvisorioI corpi ausiliarii.
     
      Vidi condensarsi il nembo, che minacciava in sul principio i principi italiani, come oggi terribile sui popoli della Penisola s'addensa. Seguii d'ogni mia possa i nobili sforzi di qualche eletto, che aprir tentava le menti de' suoi fratelli d'ogni condizione, d'ogni provincia - nei loro interessi istruirli - inspirar loro fiducia nelle proprie sue forze. Vidi infiammarsi il loro coraggio - addottrinarsi, e le genti sommuoversi. Divisi con loro la speranza, e seco mi trovai sull'orlo di quel precipizio, dal quale uno sforzo disperato soltanto può ritrarci.
      I fatti, che condussero l'Italia di progresso in progresso - di vittoria in vittoria - di disfatta di disfatta - di umiliazione in umiliazione, sono in sì grande mistero travolti: ne sono sì male apprezzate le cause e gli effetti: si bizzarro ne è l'ordine: le circostanze sì strane, che se oggigiorno difficile riesce il formarsene un'idea adeguata, è quasi impossibile il portarne giudizio. Gli è perciò, che io voglio semplicemente narrare i fatti dei quali io fui testimone, lasciandone ad altri il commento, e la cura d'interpretarli.
      Havvi però una quistione, alla quale è di somma importanza avanti tutto rispondere. Come può essere la storia d'Italia un mistero al tempo in che viviamo, nella terra stessa da noi abitata? I fatti d'Europa non son dessi tutti in piena luce? V'hanno ancora delle cause segrete, e la molla delle umane azioni è forse mistero?


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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