Il governo provvisorio di Milano dall'una, le operazioni dell'armata Piemontese dall'altra parte, s'attirano la nostra attenzione. Noi cercheremo di non confondere gl'interessi dell'uno con quelli dell'altra. Nei primi mesi, appena sorto, ebbe il governo provvisorio di Milano un'influenza non lieve sugli affari d'Italia. Nel periodo il più recente, che precedette la capitolazione di Milano, l'armata Piemontese si mostra a noi come attore principale in questa storia. Da prima porremo in luce la poco nota parte, che vi ebbe il governo provvisorio di Milano. Palermo e Milano preoccupavano gli spiriti al cominciare del 1848. Palermo tentava scuotere il giogo di un governo oppressore, ma nazionale: tutto preparava Milano per liberarsi dalla tirannia di una crudele dominazione straniera.
Le altre provincie d'Italia sembrava marciassero d'un passo lento, ma sicuro ad una vita migliore: Torino, Firenze, Roma spingevano i loro governi sulla via del progresso: ogni novella violenza commessa dal re di Napoli, o dall'imperatore d'Austria sollevava dovunque grida d'indignazione.
Il 18 marzo, scoppiò la rivoluzione in Milano. Tutte le città dell'alta Italia risposero a quel segnale: senza asilo, in piena rotta, cacciati in fuga da una popolazione inerme, i soldati austriaci si rinserrarono nelle loro fortezze, già innanzi provviste. Ferveva la lotta nelle strade di Milano; e Genova, e Torino insorgevano: dinanzi al palazzo del Governatore, e del re volersi battere per i loro fratelli dichiaravano, e già si mettevano in marcia: il re Carlo Alberto ad intimar la guerra, sforzavano.
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