Per dove Nugent passava era devastazione e morte: le deboli piazze - a resister non forti - per forza, o tradimento, vinte cadevano. Venezia non aveva a quel tempo nè anco un sol reggimento di linea, e ben facile si può comprendere quanto spavento incuter dovesse l'armata di Nugent a quei popoli, che ne ebbero poscia a soffrire le stragi.
Varcato il Po, Durando marciava alla volta di Treviso assalito da Nugent. Tanto fu tarda la marcia, che la sorte fu decisa pria, ch'ei vi giungesse: fu nostra la vittoria: il coraggio e la bravura di quei cittadini la guadagnavano. Nugent, temendo forse di perdere troppo tempo sotto le mura di Treviso, si ritirò: marciò su Udine, Belluno e Vicenza.. Non aveva appena lasciate le mura di Treviso, che Durando, rassegnandosi in pace alla perdita di una intera provincia, volta di strada, e corre appostarsi là dove la strada di Vienna a quella di Milano si congiunge, a poche miglia da Vicenza. Difende quel punto, e Nugent intanto prende Belluno, vince Udine, s'impadronisce di Bassano, e quando non ha più nulla a conquistare, discende per retta linea su Vicenza. Durando si ritira a Mestre. Nugeut arriva senza inciampi a Vicenza; l'attacca, la bombarda per più ore. Gli abitanti coll'aiuto di qualche corpo di volontari comandati dal generale Antonini ricacciano Nugent e a rinunciare l'impresa lo sforzano.
Egli si allontana: prende la via di Verona, e vi giunge senza incontrare ostacolo. Ebbe così Radetzky considerabile rinforzo.
Che fa, intanto Durando? segue lentamente ed a piccole giornate l'Austriaco, tenendosi sempre da lui a considerevole distanza, e come lo vede entrare in Verona, dato a lui il saluto, ritorna colla sua armata in Vicenza: vi stabilisce il suo quartiere generale.
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