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      Quanto volentieri non avrebbero guadagnata al nuoto la riva! passa un'ora, ne passan due nè mai a Castel-Nuovo si avvicinano. Uno di essi esperto, per aver qualche tempo servito nella marina austriaca, d'un tradimento sospettando, scende a visitare le macchine: le valvole aperte, anzichè spingere la ruota, lasciavano libero sortire il vapore. Ascende: interroga il macchinista d'un fatto sì strano: tremante questi risponde - tale esser l'ordine del capitano del battello. Avvertitone il comandante della truppa, il capitano del vapore vien posto agli arresti: si rimette la macchina, era troppo tardi. Allo spuntar del giorno quando quei prodi arrivarono, le ultime fiamme consumavano il villaggio di Castel-Nuovo: esso non era più: l'ultima vittima moriva per mano dell'immondo croato. Consegnato al generale Allemandi ed ai giudici in Salò il capitano del vapore, pochi giorni dopo sortiva: a bordo del suo battello libero comandava(13).
      Il generaleAllemandi venne richiamato a Milano, lo fecero scortare le autorità di Bergamo: tanto era certa, tanto creduta la voce di tradimento che credevano esser di sicurezza quella scorta, che per onore il governo centrale gli decretò. Un bel mattino in mezzo ad un squadrone, che accompagnarlo doveva alla capitale, arrivò in Milano il generale Allemandi quasi fosse un prigioniero di stato: piena ed intiera riparazione il governo provvisorio ben subito gli accordò. Non vi fu inquisizione alcuna: il generale Allemandi buon patriota si dichiarò. Il colonnello Giacomo Durando, l'autore dell'opera sull'Italia, promosso al grado di generale, rimpiazzò l'Allemandi nel comando dei corpi di volontari(14).


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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