Non mi farò a raccontare i patimenti e le fatiche ch'ebbero ad indurare quei volontari sotto il comando. Irrora però d'incominciar la narrazione di quanto avvenne nel cuore della Lombardia, mostrerò quali fossero le più importanti posizioni, che i nostri volontari tenevano: i fatti sin qui esposti mi dispensano dall'aggiungervi come fossero difese le colonne Manara, Anfossi, Thamberg occupavano la linea che dai laghi d'Idro e di Garda conduce al Tirolo Italiano; le vallate di Lodrone, la Rocca d'Anfo, il ponte di Storo, la valle del Caffaro, i monti del Tonale ecc.(15): le colonne Griffini, Torres, ed Arcioni, erano portate verso Mantova: oltre la prima colonna di volontari napolitani unita alla legione Thamberg ancora delle altre vennero sul battello a vapore spedite a Mantova, ed a Venezia. Partirono per Mantova alcuni battaglioni di volontari dei ducati e con loro il battaglione universitario di Pisa. Venezia era interamente difesa dai volontari Italiani, Francesi e Polacchi: il generale Antonini li comandava. Una parte della guardia mobile di Milano insieme ai seminaristi era partita per Venezia.
Le nostre forze così distribuite: ai confini e nella Venezia, innumerevoli corpi di volontari, che con instancabile coraggio, contro stenti e pericoli sommi, avevano a lottare; in Lombardia l'armata piemontese, faccia a faccia coll'Austriaco padrone dei forti. Quanto alle truppe, dir si deve: che se l'armata Piemontese faceva le sue operazioni con troppo calcolo, troppo metodicamente, di regola mancavano i movimenti dei volontari: con tutta la lentezza di una tattica antica dall'una, con tutta la temerità dell'inesperienza dall'altra si guerreggiava.
| |
Lombardia Manara Anfossi Thamberg Idro Garda Tirolo Italiano Lodrone Rocca Anfo Storo Caffaro Tonale Griffini Torres Arcioni Mantova Thamberg Mantova Venezia Mantova Pisa Italiani Francesi Polacchi Antonini Milano Venezia Venezia Lombardia Austriaco Piemontese Venezia
|