Queste provvigioni, per quanto considerevoli, parevan scarse per sostenere un lungo assedio: il comitato di difesa v'avea pensato: 60 mila kilogrammi di polvere erano stati comperati in Svizzera. Per maggior sicurezza s'avean murate due o tre porte, per dove si temeva potesse entrare il nemico; le altre erano tutte aperte, e tutto il giorno vi entravano convogli di vettovaglie: le più agiate famiglie avean fatta provvista almeno per un mese: ogni idea di superfluo era svanita. Il comitato di difesa non avea tutto previsto, come in simili circostanze stato saria pur necessario: a lui spettava fissare un massimo pei generi di prima necessità: tal precauzione mancando, i viveri salirono già ne' primi giorni ad un prezzo esorbitante. Non v'era difetto di nulla, ma il subitaneo aumento di popolazione, le devastazioni ed i saccheggi degli austriaci nelle provincie, l'accumulazione di tanti viveri nelle case particolari, l'ingombro delle strade per la emigrazione dei contadini, tutto aveva portato uno squilibrio di bisogni e di risorse. Vi doveva vegliare il comitato: torre doveva ai cittadini questo sintomo di carestia: mancò e dalla mancanza ne vennero nuovi e più gravi imbarazzi per noi.
Il 4 agosto alle sei del mattino il re era invitato ad una rivista della guardia nazionale. Non v'intervenne: frivolo pretesto ne adduceva essersi fatto un dovere di non porre piede in Milano, se non dopo cacciato l'austriaco al di là dell'Alpe: il generale Olivieri vi venne in sua vece. Volli esservi anch'io e là svanirono i miei tristi presentimenti del giorno prima.
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