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      Parranno per avventura oziosi questi minuti particolari, ma si vedrà più avanti il nesso che hanno con altri fatti, i quali si legano coi pretesti addotti per far subire a Milano una umiliante capitolazione.
     
      Approvvigionamento dell'esercito e della città. - Le prime notizie venute dal campo, dopo la disgraziata giornata del 25 luglio, assegnavano quale unico motivo della disfatta dell'esercito italiano la stanchezza e la mancanza di viveri. Quest'ultimo fatto ha profondamente commosso ogni animo lombardo, tanto più che in forza della convenzione passata fra il ministero piemontese ed il Governo Provvisorio di Milano fu posta a carico della Lombardia la somministrazione dei viveri all'esercito piemontese, mentre all'erario sardo spettava di fornirgli le paghe.
      Appena il Comitato di Pubblica Difesa fu in funzione, diede opera a verificare i fatti concernenti il grave argomento della lamentata mancanza dei viveri per attivare i necessari provvedimenti.
      Il Governo di Lombardia, come è noto, stipulò colla ditta piemontese De Santi e C. un contratto d'appalto in forza del quale la ditta stessa si obbligò di fornire all'esercito la quantità di viveri che sarebbe stata richiesta nelle località all'uopo designate dallo stesso esercito piemontese, a cura della cui Intendenza generale dovevano essere fatti i trasporti e le distribuzioni dai magazzini di tal modo approvvigionati ai centri dove erano raccolte le truppe.
      Nell'urgenza di dover provvedere al mantenimento regolare dell'esercito nei primi giorni dopo la rivoluzione, allorquando esso entrò sul territorio lombardo, il Governo accolse le proposizioni della ditta De Santi e perchè reputata solidissima e perchè già bene accetta alle truppe piemontesi.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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