Il Comitato può dare le più solenni assicurazioni, certo di non essere smentito, che vi fu una vera gara nei cittadini nell'adoperarsi a fornire mezzi onde ristorare un esercito valorosissimo che, soltanto per imperizia dei suoi generali e per fatali combinazioni di stenti sofferti e lunghi digiuni, era ridotto ad uno stato di quasi totale sfasciamento. Le truppe erano commosse delle fratellevoli cure dimostrate a loro favore, e quando la guardia nazionale di Milano ed altri molti cittadini si recarono nelle file dell'esercito a portarvi le parole della simpatia e del conforto, risposero quelle brave truppe con sentimenti di pari simpatia, ricambiando e ripetendo anch'esse le assicurazioni di volersi battere, di voler difendere la città, di voler vincere o morire insieme.
Vedeva il Comitato con vera esultanza lo slancio cittadino per ristorare l'armata, e s'adoperava esso stesso a quest'intento con ogni alacrità e con tutti i mezzi che stavano a sua disposizione, sia perchè era codesto un vero debito di giustizia verso la prode armata che aveva sparso tanto sangue e sofferti tanti disagi per la causa italiana e per il nostro riscatto, sia perchè, avvedutosi il Comitato che da taluni Piemontesi posti in alto grado si tendeva a predisporre, nella asserita mancanza di un efficace concorso della città, un pretesto per disertare Milano e con essa la causa italiana, dovevasi ogni cura adoperare onde un tale pretesto scomparisse e si annullasse davanti a prove luminose di carità e di entusiasmo popolare.
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