L'armata piemontese come è noto, non fece una seria resistenza all'Adda. L'annuncio del passaggio di quel fiume, operato dall'armata austriaca a Grotta d'Adda, destò in Milano un nuovo allarme, e nella notte del giorno 2 al 3 agosto una deputazione, composta da due membri del Comitato di Pubblica Difesa, generale Fanti ed avv. Restelli, e da Gaetano Strigelli, membro del Governo Provvisorio, si portò a Lodi per sentire quali fossero le intenzioni del re intorno alla difesa di Milano. La deputazione arrivò a Lodi all'albeggiare e fattasi annunciare allo scudiere di Sua Maestà, le venne risposto avere il re dato ordini che non riceverebbe fino alle otto del mattino; si dirigesse la deputazione dal generale Bava.
La deputazione si portò immediatamente da lui ed, espostogli il motivo della sua missione, n'ebbe formale risposta che il re aveva determinato di portarsi col suo esercito a difendere Milano, calcolando per altro sull'efficace cooperazione dei cittadini. La deputazione disse al generale Bava di assicurare il re che i cittadini di Milano erano disposti alla difesa, e che sarebbesi il loro ardore rinfervorato se il prode esercito piemontese veniva a trincerarsi sotto le mura della città per difenderla: essersi già incominciate le opere di fortificazione nelle parti più facilmente attaccabili: sarebbersi assiduamente spinti i lavori per terminare al più presto.
Si adoperarono allora per far proceder alacremente le fortificazioni di Milano tutti gli ingegneri già richiamati dalla linea dell'Adda omai superata dal nemico; e contemporaneamente si pubblicò un bando col quale, disdetta la chiamata della leva in massa, sulla linea dell'Adda, si ingiungeva a tutti di portarsi sopra Milano(34), come a Milano dovevano riunirsi il generale Zucchi ed il generale Garibaldi.
| |
Adda Grotta Adda Milano Comitato Pubblica Difesa Fanti Gaetano Strigelli Governo Provvisorio Lodi Milano Lodi Sua Maestà Bava Milano Bava Milano Milano Adda Adda Milano Milano Zucchi Garibaldi Restelli
|