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      In seguito poi alle assicurazioni date dal generale Bava, a nome del re, che sarebbe questi venuto con tutto il suo esercito a difendere Milano, provvide il Comitato con ogni possa perchè le opere di difesa della città nelle parti deboli, fra porta Tenaglia e porta Vercellina, fossero ancora più energicamente condotte; e mentre nei giorni antecedenti si era trovata qualche difficoltà ad avere numerose braccia per quei lavori, nei giorni 3 e 4 si ebbero migliaia di lavoratori che vennero allettati ad accorrervi anche colla promessa di uno stipendio pressochè doppio della mercede ordinaria dei braccianti.(35)
      Quando, a cura del Comitato di Difesa, venne radunato, il giorno 30 luglio, il consiglio di guerra, furono non soltanto determinate le fortificazioni della città, ma fu anche regolato tutto il servizio della difesa, dividendone il comando nei singoli circondari, e completando ogni centro di difesa di tutti i diversi suoi rami, artiglieria e genio, pompieri per l'estinzione degli incendii, ambulanze, munizioni, pubblica sicurezza e quant'altro poteva concorrere alla più efficace resistenza.
      Tutte le narrate disposizioni per la difesa della città venivano accolte con favore dai cittadini, e quanto era lo sbigottimento momentaneo che produceva nei loro animi l'annuncio del continuo ritirarsi dell'esercito, altrettanto era l'entusiasmo che si ridestava all'appressarsi del pericolo e allo spettacolo della città per tali provvedimenti fieramente atteggiata a respingerlo.
      Fino dal giorno tre il popolo domandava le barricate, ed anzi in qualche parte verso il Castello, già si era dato mano ad erigerle.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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