Il ministro s'occupava invece del pagamento di vecchi conti che poteva essere differito, impoverendo così improvvidamente la cassa di circa un mezzo milione in quei giorni difficilissimi in cui le spese erano grandi quanto il pericolo, e preparando così al collega Olivieri l'altro pretesto della mancanza di danaro per farsi forte ad imporre a Milano la vergogna della capitolazione.
Dopo fatti così gravi non è egli lecito di asseverantemente ammettere che, se già prima della battaglia di Villafranca e Custoza il re ed i suoi aderenti non avevano peranco immolata a Radetzky la Lombardia, ne abbiano convenuto il sacrifizio tosto dopo quella battaglia, comprando così col tradimento la salvezza degli antichi suoi stati? Radetzky deve avere imposto fin d'allora al re la consegna della città di Milano, quale condizione prima dell'armistizio all'ombra del quale si sarebbe esso ritirato col suo esercito al di là del Ticino. Il re vi ha acconsentito preparandosi a sfuggire all'infamia mediante una lunga ed abilmente ordita menzogna.
Accenna oggi di portarsi alla difesa della linea dell'Adda, e perchè gli si creda, eccita i Milanesi a fortificarla da Cassano a Lecco. All'Adda non fa resistenza e protesta di venire a difendere Milano colla condizione che la città efficacemente lo assecondi. Intanto invia non a Milano, che dice voler difendere, ma a Piacenza il parco della grossa artiglieria e le munizioni(41). Lascia al tempo stesso che suoi Commissari si portino a Milano ad assumere i poteri sovrani della Lombardia(42) - e lascia che ciò avvenga senza altro scopo in fuor di quello che avessero ad impadronirsi del paese alla vigilia, del giorno in cui ne ha deliberato il sacrificio, perocchè del resto non v'era momento più inopportuno per interrompere l'azione del potere.
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