Ma questo principe, benefattore della Lombardia, in quanto l'arricchì del bel sistema d'amministrazione interna e di divisione territoriale, che con lievi modificazioni la regge pur ora, lasciolle inoltre una indipendenza assai grande; cui l'aristocrazia lombarda, la quale era allora in possesso di tutte le alte cariche dello Stato, sapea far rispettare, con commendevole e rara energia. Ricordasi tuttora in Milano una sovragiunta d'imposta che l'imperatore volea far riscuotere sopra non so qual reddito in Lombardia; e si rammenta che il conte Melzi, che allora teneva un ragguardevole posto nello Stato, si oppose risolutamente a questa novella imposta, e non avendo potuto indurre i Milanesi a ricusarla, partissene subito per a Vienna, ove fu più avventurato, e ottenne la rivocazione dell'ordine dato. E sì che di già in quel tempo le idee che addussero la rivoluzione francese ferveano in Italia, e fra i promotori di esse annoveravansi parecchi autorevoli membri dell'aristocrazia milanese, filosofi, leggisti, istorici, poeti. Aveva il Parini in un poema satirico, diviso in quattro parti, il Mattino, il Mezzogiorno, la Sera e la Notte, vôlto spiritosamente in beffa i rancidi e alquanto buffi costumi della eletta società. Gli è certo che l'aristocrazia italiana, erede ad un tempo dei costumi francesi, spagnuoli ed austriaci, ch'essa del resto aveva fusi insieme, facendosi così un carattere suo proprio e per certi rispetti originale, porgea molta materia ai sarcasmi del Parini. Allato ai personaggi gravi e studiosi che amministravano le cose dello Stato, una moltitudine di giovani signori e di giovani dame, tutti intenti agli amori ed ai piaceri, spendevano il loro tempo a visitarsi a vicenda ed a dir male del prossimo.
| |
Lombardia Stato Milano Lombardia Melzi Stato Milanesi Vienna Italia Parini Mattino Mezzogiorno Sera Notte Parini Stato
|