Coloro che in sulle prime si erano mostrati disposti a non fare alcun caso del messaggio del duca di Lodi, si tacquero; ed essendosi abbracciata la proposta del conte Dandolo, si stanziò che la commissione comporrebbesi di sette membri, dei quali ecco i nomi: i conti Dandolo, Guicciardi e Verri, il marchese Castiglioni, e i signori Costabili, Cavriani e Bologna. Non uno di quelli che avevano propugnata la proposta di un comitato segreto, o anche soltanto il messaggio del duca di Lodi, venne eletto membro di questa commissione, la quale fu tosto dal presidente Veneri invitata a riferire al senato sul datole incarico alle otto pomeridiane del giorno medesimo.
I conti Dandolo, Guicciardi e Verri andarono in nome della commissione suddetta dal duca di Lodi per essere ragguagliati delle facoltà ch'egli avea, e della gravità dei casi. Appagati intorno a questi due punti, riunironsi coi loro colleghi, e la sera medesima presentarono, giusta l'invito ricevuto, al senato il loro rapporto, nel quale faceano le seguenti proposte: 1.° Il senato invierà tre deputati alle grandi potenze per tributare loro il proprio omaggio, e supplicarle di far cessare le ostilità, e di concedere all'Italia l'independenza. 2.° Coglierà il senato con premura quest'occasione per offerire al principe Eugenio la protesta della perfetta sua stima e del sincero suo attaccamento.
Mal si potrebbero descrivere lo stupore e la costernazione degli uomini assennati e non traviati dalla passione, allorchè udirono cosiffatte proposte.
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