Ottenutane la venia, concedutagli con fidanza e riconoscenza, lo stesso capitano Marini accorse con una grossa mano di guardie nazionali, e discacciò brutalmente i soldati stanziali che erano appostati alle porte stesse dell'aula del senato.
Egli è omai costante che i capi del partito sedicente italico puro passeggiavano in quell'ora all'intorno del palazzo del senato, e ad alta voce ragionavano intorno alle domande contenute nella ridetta protesta, cioè intorno al richiamo dei deputati ed alla convocazione dei collegi elettorali. Il più ragguardevole di questi capi era senza contrasto il conte Confalonieri, e fu egli appunto il più gravemente accagionato degli eventi di quel tristo giorno. Credettesi egli stesso in debito di pubblicare un opuscolo, per propria difesa. Ma noi diremo che se è difficile l'indursi a dare retta a tutte le taccie appostegli, non lo è meno il rassegnarsi ad ammettere per intiero la sua propria apologia, aggiuntochè uomini degni di fede per ogni rispetto manifestamente gli contradicono in parecchi punti. Egli fu dipinto come l'istigatore di tutti i moti del 20 di aprile; ma sembra che egli voglia insinuare non solo d'esserne stato straniero, ma anzi d'averli intieramente ignorati, e d'essere stato spinto unicamente dal caso o dalla curiosità nel palazzo del senato il giorno 20 d'aprile. La prima ipotesi è troppo trista per non essere ammessa senza gravi ragioni, che al postutto non esistono; giacchè non v'è pruova alcuna che il conte Confalonieri abbia o provocato o diretto la sanguinosa catastrofe con cui si chiuse quella giornata.
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