Ebbe allora principio il saccheggio, nel quale concorrendo l'odio degli uni con la cupidigia degli altri, tutti gl'imperiali emblemi, i mobili, le tende e perfino i vetri delle imposte furono o rotti o rubati. Corse voce allora, e fu replicata anche da poi, che il conte Confalonieri strappò di sua mano dal muro un ritratto dell'imperatore, e dopo averlo trapassato da parte a parte col suo ombrello, gettollo dalla finestra. Egli ha acremente impugnato quest'accusa, la quale non sembra tuttavia grave a trafatto. Il conte Confalonieri teneasi nelle file dei nemici dell'imperatore e del vicerè, e questa nimistà gli fu guida in quel tempo, influendo nelle sue opinioni. L'azione attribuitagli d'avere strappato e lacerato il ritratto dell'imperatore sarebbe stata senza dubbio screanzata; ma non era tale, al postutto, da far torto o danno ad alcuno; e ognuno sa che l'urbanità delle civili brigate non è la regola a cui i rivoluzionari sono tenuti d'attenersi sulla piazza pubblica.
I senatori eransi cionnonpertanto ritirati nelle proprie case senza impedimento; nè goccia di sangue era stata sparsa. Il popolo non era trascorso a sufficienza; e certi membri dei diversi partiti eransi indettati per provocare, come necessaria, una seria sommossa. Furono udite alcune voci, che proferivano un nome odiato dal popolo, perchè d'uomo riguardato generalmente come il rappresentante del vessatorio sistema delle finanze imperiali; ed era il ministro delle finanze, conte Prina. Nel concetto popolare questo ministro passava per ricco sfondato, e il sacco della sua casa credeasi dover fruttare almen quanto l'escavazione d'una miniera di diamanti.
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Confalonieri Confalonieri Prina
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