La prese questi, e lettala, la consegnò al giudice che sedeva a destra di lui, il quale la diede all'altro, e così via via, sicchè fu letta da tutti i membri del tribunale. Tutti, leggendola, davano segno non dubbio di soddisfazione, di rispetto e di commozione, alcuni perfino sorrisero nel guardare i prigionieri, e il presidente, facendo le viste di non potersi tenere, proferì a mezza voce le parole buona notizia. Per quanto significative fossero quelle testimonianze, non poterono rassicurare i prigionieri contro l'effetto probabile delle conclusioni fiscali, lette subito dopo dal regio procuratore, e nelle quali richiedeasi dal magistrato contro di loro la capitale condanna. Ond'è che quando, usciti dalla sala, furono ricondotti nel carcere, la curiosità loro intorno alla lettera la cui lettura avea tanto visibilmente commosso il tribunale, era indebolita d'assai. Non tralasciarono però essi d'interrogare intorno al contenuto di quella lettera le guardie che gli accompagnavano, e seppero che vi si leggeva la formale assicurazione delle misericordiose disposizioni di S. M. inverso a loro.
S'imagini ora quale fosse lo stato di questi uomini accusati di congiura militare, indeboliti da una prigionia di già assai lunga, e da morali torture, e i quali dopo avere udito il regio procuratore far contro di loro instanza per la capitale condanna, venivano ricondotti nel carcere per aspettarvi la lettura della loro sentenza. Gl'istanti che passano tra la chiusura dei dibattiti e la lettura della sentenza non sono essi più angosciosi di quelli che precedono la morte?
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