Avvalorati erano quei disegni dalla speranza che vi cooperassero i governi di Napoli e di Piemonte. Non possedendo in proprio nč truppe nč finanze, la Lombardia non poteva pensare a discacciar essa gli Austriaci, ma dovea star pronta ad aprire le sue cittą a quelli de' suoi compatrioti che venissero con un esercito a farle spalla contro l'Austria. Una societą sģ numerosa, com'era in quel tempo la societą dei Carbonari, non poteva per un lungo tempo sfuggire al vigile sguardo di un governo fondato sopra lo spionaggio; e di fatti nell'anno stesso 1820 una notificazione del governo di Milano, sottoscritta dal presidente conte Strassoldo, e dal vice-presidente conte Guicciardi (quel desso che avea perorato nel senato italiano il 17 d'aprile 1814 contro il progetto del duca di Lodi), annunziava l'esistenza della societą suddetta, ne dichiarava pericoloso per lo Stato e reo in sč stesso l'intento, vietava a tutti i sudditi di S.M. l'imperatore d'entrarvi, comminando loro, in caso di disobbedienza, le pene prescritte contro il reato di fellonia: pene le quali dichiaravansi, al solito, incorse da tutti coloro che avessero omesso di denunziare i fatti venuti a loro cognizione intorno alla societą dei Carbonari o alcuno dei membri di essa.
Non valse questa notificazione ad impedire i progressi del carbonarismo. Una giunta straordinaria fu bentosto nominata ed instituita in Venezia per iscoprire le trame ordite dalla societą e i nomi dei sudditi italiani di S. M. Francesco I, che vi si erano affigliati.
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