I congiurati in pensiero sono puniti dai nemici delle rivoluzioni non altrimenti che sarebbero se queste avessero avuto effetto; ma non sono onorati del pari dagli amici della libertà. Volendo allora mostrarsi prudente, il Confalonieri scrisse al conte di San Marzano, altro dei capi della mossa piemontese, esortandolo a non affacciarsi, giusta il convenuto, al confine infino a tanto che tutto l'esercito piemontese, o poco meno di tutto, si fosse dichiarito per la costituzione. Questa lettera fu recata dalla contessa Frecavalli(9), che la nascose nella fitta sua chioma. Io non potrei descrivere l'effetto prodotto da quella lettera, e mi dorrebbe di dover attribuire al Confalonieri le ulteriori risoluzioni del principe di Carignano. Ognun sa che quel principe se ne stava a Torino, attorniato dai suoi ministri. Alla sera del 17 di marzo ei ragionò lungamente col conte di Santa Rosa, allora ministro della guerra, e con alcuni altri, e promise loro nel ritirarsi di pubblicare nel seguente giorno un bando che irreparabilmente lo astrignesse a far causa coi sollevati. Si sciolse dietro di ciò la conferenza, con ferma fiducia per parte dei seguaci della rivoluzione; giacchè l'ultime parole del principe, per quanto disse di poi il conte di Santa Rosa, erano sembrate concludentissime e lo avevano rassicurato sul futuro. Ma la mattina seguente si diffuse per tempo la notizia della partenza del principe, la quale immerse i rivoluzionari nella costernazione. Era egli di fatto partito alla vôlta della Lombardia.
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