Il che appunto accadde.
Era il Confalonieri male in salute, come ho detto. Giaceva egli a letto quando vennero ansanti i suoi famigliari annunziandogli che agenti della polizia entravano in casa. Balzar fuori del letto, ghermire in fretta gli abiti, e scampar da una porta situata dietro le cortine del letto per andare sul solaio, donde sperava passar nella casa vicina, fu pel Confalonieri la faccenda d'un istante. Di già appressavasi egli al varco, e potea credersi salvo. Vi giunge ansante e trepidante. Tremenda delusione per lui! Il varco era stato chiuso dal padrone della casa vicina, a detta di alcuni, o da un servo dello stesso Confalonieri, a detta di altri. Ognuno però concorda nel dire che quello sgraziato accidente fu mero effetto del caso, e sarebbesi facilmente cansato se il Confalonieri fossesi data la briga di invigilare sopra i mezzi apparecchiati pel proprio scampo. Vedendosi côlto nel laccio, tentò il Confalonieri di scampare per una scala segreta, ma non appena ebb'egli sceso alcuni gradini, che udissi chiamare per nome da un uomo che l'aspettava appiè della scala medesima. Era questi il conte Bolza, l'esecutore di tutte le catture politiche, il quale, armato di due pistole, intimavagli d'arrendersi. Non tardò il Confalonieri a sottomettersi. Le sue carte furono esaminate, ed egli in compagnia degli agenti della polizia e della gendarme, fu condotto in carcere.
Si è questo per avventura il luogo opportuno per dire alcune parole intorno al carattere del conte Confalonieri, che mi è toccato di rappresentare or come fermo, or come leve, or come ambizioso, or come devoto, or come poco scrupoloso, or come di soverchio fidente, e, in una parola, proteiforme.
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