L'uomo, il cui animo e il cui cuore non abbiano una base solida da appoggiarvisi, nè scorta illuminata e fida da seguire, vo' dire affetti profondi e massime invariabili, scagliato che sia nella vita pubblica, sarà capace ora di un'azione magnanima, ora di un fatto men che onorato; muterà parere secondo che vel trarrà la versatilità connaturale all'umano genere; benchè forte, cadrà in debolezze; benchè generoso, si abbasserà alla pari di coloro che sono men che generosi; benchè schietto ed aperto, offenderà la verità; benchè accorto e dissimulato, farà le più stolte confessioni; errerà insomma a casaccio, qual nave priva di piloto e di bussola, nell'immenso pelago delle sensazioni, dei pensieri, dei desideri e degl'interessi, lasciandosi andare in balía di quelli e di questi, facendo il saggio di tutto, e sarà vinto alla fine e unicamente dalla stanchezza.
Io non ho fatto con ciò il ritratto del Confalonieri, bensì ho descritto un tipo di cui il Confalonieri è una varietà. L'animo del Confalonieri è naturalmente elevato; la sua mente naturalmente portata ai pensieri nobili o generosi; ma standosi anche rinchiuso nel cerchio del giusto e del bello, il Confalonieri si è dimenato assai, ed ha mutato frequentemente parere e proponimento. Spesse volte altresì egli si è mostrato incoerente, e parve mosso ad un tratto da varii e contrari impulsi, e chiudere in sè parecchi individui diversi.
Nella congiuntura di cui facciamo qui discorso, il Confalonieri seguiva il suo nobile e coraggioso istinto col dichiarare a' suoi amici di non voler partire; cedeva ai dettami della prudenza col far aprire il varco pel quale dovea fuggire, e pagava infine, col trascurare d'invigilare sopra quel varco, il suo tributo alla levità del carattere (chè così può essere chiamata una siffatta impreveggenza). Chi non direbbe che si tratta qui di tre uomini diversi?
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