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      Altri osservarono dai valloni all'intorno uscire delle fiamme voluminose, e quantità di vapori gravi all'odorato, ecc.
      Nel T. VI, nota alla pag. 266 e seg. Relazione istorico-fisica de' terremoti accaduti in Messina nel 1783, di A. Gallo. "Si aperse con lunghe fenditure il suolo, daddove uscirono in più luoghi le fiamme, e lasciarono arse le pietre, e tinte di un brugiato bitume...Videsi in quell'istante una grandinosa nuvola bianca alzarsi furiosamente da maestro, seguìta da un'altra densa, nera e caliginosa, e correndo spandersi per tutta l'atmosfera, nel mentre istesso che sopra il più alto delle cose, e palagj, che crollavano, fiammeggiava una subitanea e passeggera luce a guisa di corrusco, che traluce fra le nuvole estive; spandendosi da per ogni dove un leggero odor di bitume come se di ambra fosse...Sieguono frattanto gli scuotimenti preceduti sempre dal solito profondo muggito della terra, e seguitati da un'istantanea visibile esalazione di vapori che si spargono in forma di nebbia...L'aria si è mantenuta carica di nebbiosi vapori che rosseggiano e quasi s'infiammano al nascere e tramontare del sole...Altro fortissimo terremoto li 28 marzo da compararsi quasi con quelli de' 5 e 7 febbrajo, preceduto dal solito nuvolone bianco, che quindi oscurossi nel momento della scossa, ecc."
      Quei nebbiosi vapori che rosseggiano e quasi s'infiammano al nascere e tramontare del sole presentavano lo stesso fenomeno della straordinaria nebbia apparsa nella scorsa state del 1831, di cui ho altrove fatto parola: e quel nuvolone che precedeva la scossa lo trovo rimarcato nella relazione che mi fu data di un terremoto leggero bensì ma continuato ad intervalli per più giorni nei contorni di Forlì, succeduto pochi anni sono, e sempre verso il mezzo giorno.


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Del terremoto del Cholera e dell'aria cattiva
di Angelo Bellani
1832 pagine 59

   





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