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      Già il professor Vassalli nel citato Giornale della illustre Società d'incoraggiamento (pag. 61) conveniva nella difficoltà grandissima di determinarne la direzione precisa, ed adduce l'esempio del terremoto d'Alba succeduto nel 1771, nel quale le relazioni disegnavano tutte le direzioni, e tutti i punti del compasso.
      Ora scosse, ora oscillazioni, ora tremori, ora pulsazioni, ora esplosioni, ora urti, oltre ai diversi suoni, sono i vocaboli usitati in simili circostanze; ma a propriamente parlare a due soli si dovrebbero ridurre i moti della terra, cioè dal sotto in su, e dai lati: il primo è sicuramente il più terribile, perchè deve aver luogo dove risiede la causa immediata, ossia il foco, il centro del terremoto stesso: l'altro moto non è che indiretto, ossia per comunicazione laterale, come farebbe la polvere di una mina posta a grandissima profondità. Ma anche questo moto dal di sotto in su potrà talvolta sembrare laterale, ossia ondulatorio, quando cioè la superficie della terra irregolarmente si alzi, e s'abbassi, cioè più da una parte che dall'altra secondo la natura del terreno medesimo. Quel traballamento ad occhi veggenti, rimarcato dal Nota nel terremoto di S. Remo, dei campanili ed edifizi più solidi, sarà stato piuttosto effetto, almeno in gran parte, del traballamento della persona stessa, come l'uomo in barca vede fuggir la sponda; d'altronde la paura suole ingrandire ogni cosa e fa tremare l'uomo anche senza terremoto. Certo che se il centro del terremoto è sotto terra di qualche miglio, e se la terra sovrastante si solleva, si devono con essa sollevare e i campanili, e gli edifizi più solidi, e le montagne stesse; ma questo sollevamento dovrebbe essere tenuissimo; anzi forse talvolta è soltanto un abbassamento pel vuoto lasciato dalle materie che hanno dato origine ai fluidi elastici sviluppatisi alla superficie della terra; perchè per poco più che s'inclinasse il suolo in questo suo innalzamento, o in questa sua depressione, dovrebbero i campanili per li primi perdere il loro centro di gravità e cadere: e questo è quello che succede soltanto nei grandi terremoti.


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Del terremoto del Cholera e dell'aria cattiva
di Angelo Bellani
1832 pagine 59

   





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