Intorno poi alle nuove isole sorte dal mare, ed in particolare di una apparsa nel mare di Sicilia, fenomeno che si rinnovò nell'anno 1831 si potrà consultare l'edzione di Torino 1831. L. Annaei Senecae: Nat. Quaest. T. V, pag. 608: Excursus IV. Obsequentis 59. In Sicilia nova insula enata...In siculo mari idem evenisse circa aeolias insulas... Aurel. Vict. Caesar. IV, 14: Huius (Sc. Claudii) anno sexto, Aegaeo mari repente insula ingens emersit.
Doubuisson nella sua Geologia dà un catalogo di alcune Isole sorte dal mare per effetto vulcanico, ecc.
Articolo I.I
Del Cholera.
Diximus solere post magnos terrarum motuspestilentiam fieri.
Seneca, Natur. quæst. Lib. VI, cap. 27.
Troppo fatale avvenimento sarebbe per l'Italia se questa sentenza di Seneca si verificasse ora; e già minacciati ne siamo ben da vicino: e le prove di quella sua sentenza quel Filosofo stesso dell'Antichità ne riferiva soggiungendo: Nec id mirum est: multa enim mortifera in alto latent. At aer ipse corruptus internorum ignium vitio affert nova genera morborum(4).
Che il Cholera sia un nuovo genere di morbo ora mai i medici ne convengono resistendo all'azione di tutti i farmachi che l'arte, e la scienza hanno finora proposti: che dalla terra escano corrotte esalazioni capaci a produrre la malattia è da non pochi sostenuto: dicendosi perfino d'essersi provato nella respirazione un sapore metallico di ferro e di rame: che nell'alto dell'atmosfera mortifere cause si celino alcune sperienze sembrerebbero comprovarlo, perchè essendosi innalzata a grandi altezze, mediante cervi volanti, delle carni, del pane, e del pesce, queste sostanze si trovarono passate in putrefazione, e piene di animaletti microscopici: ma se così fosse di fatto, i paesi posti più in alto sarebbero i più soggetti alla malattia, e non si saprebbe poi come questi infiniti animaletti possan vivere nell'aria a quelle altezze.
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