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      ..maxima mors a parte Orientis subsequuta est. (an. 677). Quanto poi, soggiugne l'illustratore riguardo ad Aimonio che narrasse li stessi fenomeni metereologici già descritti dal Diacono, e del Fredegario, si deve intendere che aveva scritto in senso figurato, leggendosi nel Lib. III, cap. 88 (Aimonius; Historiae Francorum) In ea pugna Angelus Domini evaginatum astans, visus est tenuisse gladium.
      Si ricava dunque da queste relazioni che durante la notte si vedevano insoliti splendori come fra noi nel mese d'agosto del 1831: con gravissima peste in Ravenna, e quindi in Verona, ma particolarmente lungo la spiaggia del mare; come recentemente il Cholera al dire di moltissimi infieriva particolarmente lungo il corso delle acque: che dopo la comparsa di una cometa all'Oriente, nel mese d'agosto, s'avanzò da quella parte la pestilenza, come fra noi s'avanzò il Cholera dall'Asia in Europa. Nè già si può supporre che questi splendori a sanguinei colori, che furono pure da noi rimarcati, provenissero da qualche aurora boreale, perchè quegli autori tutti s'accordano nel dire che apparivano anch'essi dall'Oriente all'Occidente. Impropriamente dal celebre Archeologo Carlo Fea di Romafu quella apparizione luminosa del 1831 indicata per un'aurora boreale (Bibl. Ital. genn. 1832, pag. 117); ma è ben più singolare come un Dragomanno in Egitto indicasse anch'esso quella meteora per un'Aurora Boreale (Bibl. Ital. Genn. 1832, p. 99); mentre ne doveva essere a mio avviso perfino sconosciuto il nome in quelle regioni e da quella gente.


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Del terremoto del Cholera e dell'aria cattiva
di Angelo Bellani
1832 pagine 59

   





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