2o parte II pagina 767) trovasi inoltre un esteso catalogo della caduta di polveri, e di sostanze molli, secche o umide, ecc; anche a questo catalogo ho aggiunto in altri miei scritti alcuni casi ivi non contemplati: ora un altro singolare ne riferisco accaduto in Costantinopoli durante un Sinodo nell'anno 680, ricavato dalla Storia del Diacono lib. VI cap. IV. Ed hora tantae aranearum telae in medio populi ceciderunt, ut omnes mirarentur. La caduta di questa grande quantità di tele di ragno ha molta analogia colla caduta di una sostanza fibrosa come seta bleu, caduta in grande quantità nel 1665 ai 23 di Marzo presso Laucha non lontano da Naumburgo; come ivi da Pouillet si accenna. Nel secolo settimo non essendo conosciuta la seta che molto imperfettamente, si sarà assomigliato alla ragnatella ciò che nel secolo decimo settimo si paragonò alla seta.
(9) Dissi che si manifestano talvolta malattie pestilenziali ne' quadrupedi e volatili domestici; mentre Aristotile ed altri estendono l'influenza della mortalità anche agli altri animali non domestici, come Ovidio (Metamorph. Lib. VII), Virgilio (Georg. Lib. III), Silvio Italico (lib. XIV), oltre a Lucrezio (De Rerum Natura, lib. VI), ecc. per parlare dei soli antichi scrittori. Ma io non sarei per ammettere questo fatto così in generale, perchè ho una mia particolare opinione, che già da qualche anno vado maturando; cioè che gli animali che vivono nello stato di natura, e perciò non addomesticati, ossia non sottoposti dall'uomo a metodo di vita estraneo alla loro natura, non hanno avuto dal Creatore un limite prescritto alla loro esistenza, come l'ebbe l'uomo, per cui nè sono soggetti quegli animali a malattie, nè invecchiano, nè muojono mai di morte naturale.
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