Vi prego così di riverirmi il Sig. Gabriele, e gli altri Sigg. Voltattorni; e senza più dire vi abbraccio.
Il V.aff.mo a.co G. G. Belli
LETTERA 18.
[A TERESA NERONI?][13 gennaio 1821]
Gentilissima quella donna miaIl Sig. Belli m'impone significarvi avere egli risoluto di non uscire questa mattina di casa, così persuadendolo un deliziosissimo dolore, che gli ha stabilito quartiere d'inverno in coppa a lu pietto. Vi prega mandarmi pel renditore di questo biglietto il vasello di estratto d'assenzio, del quale io bramo far trattamento al mio amico Sig. Belli avanti al pranzo: affinché egli possa mercé una buona panciata assopire, divertire, o minchionare una certa doserella di buzzere che mi pare gli vadano passeggiando pel capo. E vi supplico nel tempo medesimo di dire da mia parte e del Sig. Belli mille cose dolci e zuccherine alla amabilissima Sig.ra Contessa Chiarina, ed all'Arciduca Luigi nostro benemerito alleato. Né mi scordate presso la Sig.ra Cleta, e presso la vostra Signorina, erede (diciamolo alla parigina) delle vostre attrattive e delle vostre virtù. Ho detto una grande e bella galanteria, e non mi credeva capace di tanto. Or' andate a stimar le carogne! E sono contento di esserlo, purché sia una galante carogna francese.
Vi B.L.M.
V. Serv. ed a.co G. G. Belli
Di casa, 13 gennaio 1821, alle 10 antimerid.e
LETTERA 19.
A SILVIA CERROTI CONTI - ROMARipatransone, 19 agosto 1821
Cara Mammà
Mercoldì scorso, giorno onomastico e natalizio di Mariuccia, non potendo io più dormire, mi alzai all'Aurora, colla mente tutta ingombra del piacere, che avrei gustato di passare quella giornata in mezzo alla nostra famiglia. Sono già tre anni, io andava tra me stesso dicendo, sono tre anni, che in questo giorno io sto lontano da Roma, né più auguro di viva voce a Mariuccia le felicità che ella merita.
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