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      Io sono sicuro che comporrei una epigrafe senza errori, o almeno me ne lusingo; ma sono insieme convinto, che non le darei il perfetto sapore che a questo genere si compete. Fammi il piacere di pregare o Pippo De Romanis, o qualcun'altro de' molti abili nostri amici, perché voglia favorirmi in questa mia urgenza. La lapide non deve essere molto lunga, anzi piuttosto succinta, ma insieme toccante e patetica. Il tempo stringe, dovendosi sollecitamente ergere il tumulo a chi n'è il suggetto. Ecco le notizie necessarie.
     
      Il cavaliere Pietro Paolo Neroni
      pone il mausoleo alla sua suocera Marianna Mucciarelli
      nata de' Conti Novi di Ascoli il 12 giugno 1727 e morta il 5
      Ottobre 1821; della età cioè di 95 anni; donna di costumi semplicied illibatissimi, di stato vedovile, di spirito ameno, e
      leggiadro; e del lusso, dell'avarizia ed altre mondanedepravazioni acerrima rampognatrice".
     
      Su queste cose si può giuocare molto bene ed impostarne qualche cosa di buono. Più presto potrai mandarmela, più ti sarò grato.
      Salutami tutti. Amami al solito, ed al solito credimi.
      Il tuo aff.mo a.co G. G. Belli
     
      LETTERA 25.
      A PIETRO PAOLO NERONI- ASCOLI[ottobre 1821]
      Veneratissimo mio Sig. Cavaliere.
      La supplico di non tassarmi d'inciviltà pel ritardo di riscontro alla Sua onorevole de' 12 ottobre scaduto.
      All'arrivo di essa io ero in giro per l'Umbria, donde tornato costà fui tosto assalito da un insulto di colica molto più violento che non fu quello da cui Ella mi vide travagliato in Ascoli nel dì 15 luglio.
      Le conseguenze per me sempre funeste di questo orribile male mi sono ora più dolorose, in contraposto della speranza, che io nudriva, con qualche fondamento, di migliore salute. Pazienza però, e diciamo ironicamente col Poeta
      Del presente mi godo e 'l meglio aspetto
      .
      Dalle obbligazioni, che mi corrono verso di Lei, e di tutta la sua parentela, Ella argomenterà se la morte della ottima Sig.ra Marianna mi sia riuscita grave; e se io abbia potuto concepire il dolore della Sig.ra Tecla specialmente e della Sig.ra Chiarina, io che dell'affetto di queste Signore verso la loro veneratissima madre ed ava ho avuto esperimento.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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