Spadolino si fucila, s'impicca Gammardella, si decapita Borsoni; e questo sicario vivrà per miseria degli uomini: quante vittime dovranno perire, se il loro boia non le precede! Mi figuro il lutto di Ascoli. Quello di Roma, benché così vasta, non fu piccolo: tutti compiansero la persona e la foggia della sua morte.
Che fa il Sig. Cavaliere Pietro Paolo? Che la Sig.ra Contessa Chiarina? Non ho mai avuto novella di loro. Al primo inviai una certa epigrafe: alla seconda una lunga lunghissima lettera pel capo d'anno; ma o sono andate smarrite le loro risposte, ovvero non so... Vi prego richiamarmi alla loro memoria, ed a quella di Luigi Vitali Cantalamessa; a cui non iscrissi per timore di non far bene accetta cosa. Per quanto mi fu detto da tre bocche, Luigi aveva l'animo alquanto rivoltato contro di me. Avrebbe però torto, e forse, se ne sarà poi persuaso.
Filippuccio mi regalò una copia del vostro epitalamio Voltattorniano. Vi ho trovato del riposo e della naturalezza. Bravo Neroni!
È Belli che vi loda, cioè non un adulatore. Mi rallegro però col Sig. Giuseppe mio buon amico e padrone. Me lo saluterete, e con lui la sua Sig.ra, ed il Checco, ed il Sig. Antonio, e Gabriello, e quanti sono costì adoratori del nostro Santo Fasone.
Vi abbraccio come fratello. Addio.
Il V.° aff.mo a.co G. G. Belli
Di Roma 20 aprile 1822.
LETTERA 29.
A TERESA NERONI - ASCOLIRipatransone, 24 septembre 1822
Ma très chère amieJe suis ici depuis dimanche, mais demain je n'y serai plus. Mon départ est fixé pour la nuit prochaine; et au moment que vous lirez ma lettre, je serai bien loin de vous. L'objet de ma course dans cette ville a été une visite à Vulpiani et aux autres amis, parmi lesquels vous occupez la première place dans mon souvenir. Mais vous demeurez ailleurs, et mon éspoir de vous voir encore une fois a été vain.
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