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      Vedi di consolarlo per quanto puoi. In Toscana non mi sarebbe più possibile di eseguire quel che mi dice, perché non vi sto più. Che se nelle poche parti della Marca, ove dimorerò mi verrà fatto di servirlo, sarà il piacere mio forse maggiore del suo. Ma chi sa se potrò far nulla? Cara Mariuccia, amami sempre, e sempre credimi al solito pieno di affezione.
      Il tuo P.
     
      LETTERA 45.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMAAncona, 9 settembre 1824
      Mia cara Mariuccia
      Sono qui da tre ore ed or ora riparto. Nel breve lasso di mia fermata ho visitato Casa Pichi, Mons. Nembrini, e Casa Perozzi, che tutti ti salutano. Ho cercato anche di Uguccioni, che è impiegato a Sinigallia, e del Conte Francesco Milesi per due volte, che non era in casa. E poi sai da chi sono stato e da chi ho pranzato? Da Petti, che ti saluta tanto tanto, e mi ha fatto mille feste. Egli spera di tornar presto a Roma. Da un amico di Casa Solari, dove volevo fermarmi qualche giorno, ho udito essere forse eglino al Monte di Ancona; e perciò per prima visita farò quella di Morro. Ivi rispondimi a questa ed all'altra mia di Bologna. Il mio viaggio è stato tutto prosperosissimo. Ad Imola ho veduto il Conte Carlo Vespignani, che si ricorda molto bene di te, e ti saluta. - Fa dire a Zuccardi avere io esatto per lui paoli sedici da Piatti di Firenze per 4 copie del suo opuscolo: delle altre tre una non è ancora esatta, e di due dice Piatti dover essere depositario per vendita accidentale, benché io gli abbia sostenuto con sua negativa esserne egli stesso associato. Zuccardi si regolerà. - Addio, addio. Questa sera ad Osimo, e dimani al destino. Ti abbraccio, ed intendo abbracciar Ciro nostro.
      Il tuo aff.mo Pecorino.
     
      LETTERA 46.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMAMacerata per Morrovalle, 19 settembre 1824
      Mia cara e buona Mariuccia
      Ti scrissi da Ancona che non aveva potuto trovare Milesi, ma dopo impostata la lettera verso l'Ave Maria lo trovai al passeggio verso la porta pia e la sera andai al teatro con lui, mentre per certo cambio di cavalli che fece il vetturino io mi trattenni in Ancona tutto il giorno e la notte.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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