Nel giorno consecutivo arrivato a Macerata andai a cercare Lenti, il quale era in Ascoli, e poi andai da Monsignor Teloni che trovai benissimo di salute, e pieno di memoria di te e di tutta la casa nostra e fino del nostro piccolo Ciro, del quale tu mi dai buone nuove per grazia somma del Cielo. Dormii anche a Macerata e la mattina appresso che fu il sabato 11 giunsi qui dove trovai la solita cordiale accoglienza. Mi piace assai udire che fra tante triste occupazioni che purtroppo devonti dare le cose nostre pure prendi qualche momento di sollievo mercé la compagnia di quella famiglia di cui mi parli, e l'amabilità della quale mi rende spiacevole il non poterla conoscere. Mi duole assai dello stato poco felice della salute di Mamà, e della malattia del principino di Piombino e della Capranica. Sarei andato dimani stesso a trovare la Salvatori a Macerata, ma non so dove cercarla non sapendo in qual casa sia questa di lei sorella. D'altronde la Salvatori non è da tanto tempo a Macerata che possa essere conosciuta per venirmi indicata la sua dimora. Questa mattina ne ho dimandato ai fratelli Lazzarini che vivono sempre in quella Città, e non sanno cosa alcuna né della Salvatori, come è naturale, né di questa sorella di lei, che io ho loro nominata per una Spada di Cesi o di Terni perché meglio capissero. Nulla me ne ha saputo dire: onde andrei forse girando invano nella ricerca. Ho pensato scriverle due righe significandole aver da te saputo il suo viaggio, e chiedendole il suo preciso ricapito. Se Borghi figlio ti chiedesse Sc. 5:75 cioè quelli che ti lasciai delle Roberti in una cartina, consegnali con due linee di riscontro. Ti salutano tutti. Amami sempre e credimi sempre il tuo aff.mo P.
Io sto bene.
LETTERA 47.
A MARIA CONTI BELLI - ROMAMacerata per Morrovalle, 30 settembre 1824
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