Ne avevo dato incarico a Pippo perché a te in quell'ordinario non doveva scrivere, ed a Pippo voleva in tutti i modi mandare due righe. Ma se egli va a Frascati, prego te di far tu le sue veci. Ho piacere che quello antipatico chiericone vada in chiesa a servir le messe piuttosto che seccare i galantuomini per le case. Quanto sarà caro quel pacchianetto di Ciro colle zampette di fuori! E tu, povera Mariuccia mia, in quanti impicci!
Le Signore Roberti aggradiscono infinitamente i tuoi saluti, e te ne ritornano altrettanti. Tu ringrazia quanti di me si ricordano, e ricevi un abbraccio dal tuo Peppella.
LETTERA 48.
A MARIA CONTI BELLI - ROMALoreto, 9 ottobre 1824
Mia cara Mariuccia
Nell'ultimo ordinario non ebbi tue lettere; ed al conto che faccio mi sembra che dovessi riceverne. In tutti i modi ti scrivo per mostrarti che vivi in errore su ciò che dicesti a Pippo, cioè che io ti faccio mancare mie lettere. Sei, o puoi essere sicura che io non ho fatto restare alcuna tua lettera senza debito riscontro, secondo l'ordine da noi stabilito: e talora ho scritto anche di più. Dunque non lagnartene, Mariuccia mia; perché poi se vuoi, in questo poco che mi resta prima di riabbracciarti posso anche scriverti in ogni ordinario, mentre ciò mi reca moltissimo piacere anziché pena e fastidio. Ricevetti la lettera di Pippo colla canzonetta che ho qui portato a Loreto con aggradimento di tutti. Se dimani (sabato) giungerà una tua a Morro non so se potrò però averla in tempo per risponderci o poco o niente: ed in questo caso ci risponderò nell'ordinario seguente. Intanto tu rispondi alla presente a Morrovalle, perché a quell'ora già ci sarò ritornato. Domenica passata mi posi in viaggio per Macerata, ma sopraggiunta molt'acqua ritornai indietro, e rimisi la gita, la quale poi eseguii martedì. Trovai la Salvatori raffreddata morta e vecchia come una sibilla.
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