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      Tanto in riscontro alla onorevole e grata vostra del 17; e finisco abbracciandovi di cuore.
      Il v. aff.mo a.coG. G. Belli
     
      LETTERA 61.
      A TOMMASO GNOLI, AVV.TO CONCISTORIALE - ROMA[gennaio] Mercoledì 31 1827
     
      O Gnoli amico che le palle e l'astaTratti con gagliardia da Concistoro:
      Bozzoli amico, al cui pregio non bastaSolo un quartin, ma ben merti un tesoro
      Tosini amico, o uom di buona pastaChe quanto pesi vali argento ed oro
      Venite questa sera; e avrete il senoDi pizza avvocataria onusto e pieno.
      Il pizzaioBelli
     
      LETTERA 62.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMAFuligno, 29 luglio 1827 - ore 10 della sera
      Mia cara Mariuccia
      Prima di tutto mi pare che mi lasciasti fredda fredda! Ci ho pensato sempre. Non ti parlo della mia compagnia che di volo, come di volo il resto, perché muoio di sonno, e mi duole piuttosto assai un dente. Sono con me un tal Corradi con la moglie, abitanti a Roma nell'appartamento di Lelmi. Vi è poi uno studente che viaggia per Pergola sua patria con una scipita e goffa moglie allattante una bambina di 73 giorni. Accanto a me in serpa (dico meglio cabriolet) viene una brutta Marchegiana di Monte Alboddo che mi secca furiosamente colla menz'ora, colla menza notte, e col non gi sta. Io le rispondo assai di rado, e leggo. Si dormì due ore e mezzo a Narni. Siamo passati questa mattina appena fatto giorno da Terni. Lasciata la vettura in piazza sono corso a svegliare Vagnuzzi e gli ho frettolosamente detto due parole, anche per Borzacchini che non ho trovato. A Spoleto ho parlato con Plinj. Scrivo qui per servirmi delle buone penne di Fuligno: del resto recherò meco la lettera per impostarla più in là che sia possibile pel passo del corriere che giungerà a Roma giovedì: almeno se cosa di nuovo vi sarà, la dirò. Pel corriere di domani lunedì 30 non è stato combinabile. A Spoleto non era più ora; a Terni non mi sono fermato; a Narni era troppo vicino a Roma in un viaggio piuttosto lunghetto; e poi, arrivato alle 11, e ripartito alle 2 e mezza con in mezzo tutti gli amminicoli della cena, lavanda, e sonno, come si faceva?


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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