Ma tu tenera della mia salute non solo volesti prenderne cura con un nuovo viaggio il quale senza dubbio non si rendeva poi necessario pel dileguamento di qualche incomodo estivo e passeggiero, ma bensì ti piacque accelerare la mia partenza. Io voglio far tutto quello che a te piace, ma esiggo da te un parere per andare di accordo: dimmi verso qual tempo ti piacerebbe che io fossi a Terni. Tu sai quanto io mi sia in certe cose sempre incerto, e come spesso un tuo consiglio mi determini, e, rompendo quella specie di mia irresolutezza mi sembri divenire il consiglio mio proprio. Dimmelo Mariuccia mia. Troppo più tardi di quel tu penseresti mi spiacerebbe di andarci: troppo più presto mi spiacerebbe egualmente, perché con sincerità dico che Milano Bologna e Loreto mi offrono migliore soggiorno che Terni e Casa Vannuzzi.
Circa i crediti recuperabili non so che dirti se la mia personale presenza sia utile o no: tu conosci la mia flessibilità e quasi puerilità contro chi sugli occhi miei chiede e prega. Circa poi alle vendite io non so davvero accordarti che io serva meglio in persona per trovar compratori: assicurati che acciò val meglio un terzo per la speranza di un piccolo guadagno che non lo stesso padrone (benché io non lo sia) il quale quando mancano oblatori nuoce più che non giovi coll'andarli cercando e suscitando: io poi che son tanto bravo! Ma pure voglio in tutto e assolutamente fare il tuo piacere, per consolarti almeno colla mia buona volontà. In quanto al silenzio di Vannuzzi ti mando le accluse due righe: inviale se credi ben fatto, altrimenti replica tu medesima; se io fossi costì ti allevierei volentieri da queste fatiche di più.
Non posso capire come non ti risposi intorno a M. Samin alla tua degli 11 agosto. Ecco dunque. Bochet mi disse in una sua che si pensava di mutare ordine alla pensione, e che mi avrebbe però detto qualche cosa di preciso.
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