- Il P. Ferrini di Cesi non voleva comprare la quercia, ma il dritto di tagliarne qualche ramo figurati tutto l'albero è stato stimato quattro paoli! Non ho dunque voluto più parlarne, essendomi sembrato d'incontrare un gran ridicolo e una gran fama di affamato, se avessi conchiuso fra quattro persone cioè Stocchi, il di lui subaffittuario, il frate, e me un contratto di quattro o cinque baiocchi. - Il ricevuto di Ballanti lo manderai per occasione: anzi ci penserò io al mio ritorno, piacendomi di vedere come Ballanti lo abbia concepito. Di Borzacchini nulla si sa, stando nel cuore della sementa. Questa mattina ho scritto al figlio un biglietto polito e forte. Io vedo che andremo alla fine del mese con tutti e duecento gli scudi, oltre i pochi frutti etc. Ho riparlato alla Pelucca: mi burla, come udrai. - Ho fatto la intimazione alla Magalotti: vedremo. - Hai avuto la mia lettera recata da Peppe Serafini? Hai veduto Labella? Hai veduto Matteucci, Emiliani, Miss Anna Trail? Quanti ne passano, tanti te ne spingo a darti mie nuove. In tutti gli anni il rivederti mi è stato assai caro: quest'anno però non vedo l'ora: forse, oltre al piacere grande di riabbracciar te si aggiunge l'interesse di riunirmi al vantaggio del nostro Ciro più grandicello e più bisognoso di assistenza che non negli anni passati. Con te sta ottimamente, ma sei tanto occupata! In due faremo qualche cosa di più. - Nella lettera che consegnai a Serafini, ti dava notizie che avrò il passaporto di qui pel ritorno, onde tu parlassi subito all'avv. Ricci. Noi ci vedremo sui primi giorni della settimana ventura, perché assicurati che stanno in modo le cose da fare meglio a Roma che qui. Corazza mi ha dato parola d'onore, che appena accomodato il suo affare con Borzacchini, vende dell'olio, e manda a Roma gli Sc. 100 e la procura.
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