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      Peraltro non è mica vero che Silvestro abbia di sicuro aff.to sedici mesi e mezzo: io non sono così gonzo, e nella quietanza fattagli per gli Sc. 90 ho ben detto che quantunque io riceva adesso l'annata invece che al primo Aprile 1828, io non dovrò per ciò esser vincolato nella libertà di vendere il terreno a chi mi capiti in questi quattro mesi e mezzo; nel qual caso gli si dovranno rendere gli Sc. 90, come di ragione. Questa per lui può essere una spina acuta che Garavita farà giuocare, quando lo vedrà.
      La lettera portata da Gnoli mancava di data, è vero, e me ne venne il sospetto mentre io andava a letto. Ma che vuoi che ti dica: lasciai Gnoli per andare a scrivere quella lettera, mentre egli si metteva a cenare per poi andar subito a dormire, dovendo ripartire assai di buon'ora. Nel piccolo spazio di tempo ti dissi molte cose, e la fretta mi fece dimenticare la data. Però ti era facile supporla da te, perché quella di Neroni era del giorno avanti, e quella di Gnoli del giorno appresso. Gnoli impiegò due giorni a venire a Roma; vi deve essere giunto mercoledì 14: dunque la mia lettera era della sera di lunedì 12.
      Il vetturale che porterà gli arazzi le cornici ed i chiodi doveva partire dimani: forse starà un altro o due altri giorni: sarò dunque io in Roma al di lui arrivo. Non gli si dovranno dare che paoli sette: sei contenta? Ti abbraccio, Mariuccia mia: fallo tu con Ciro: e domenica lo faremo tutti e tre insieme. Addio.
      Il tuo P.
     
      LETTERA 85.
      A GIUSEPPE DEANGELIS - PESARO[1 gennaio 1828]
      G.mo mio Sig. Deangelis
      È già compiuto l'anno dacché per effetto di Sua mediazione noi abbiamo sospeso le due cause contro la famiglia Antaldi per le quali già anteriormente avevamo i mandati spediti. Pochissimo abbiamo avuto in quest'anno; e intanto oltre i frutti arretrati vanno correndo gli attuali; giace il capitale derivante da Conti di funzioni e spese fatte dal defunto mio suocero e non se ne paga compenso; resta il censo senza fondo censito, venduto con poca fede dai Sig.ri Antaldi etc. etc.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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