Intanto io non potei parlare, né con me poteronlo altri socii, e di questi quando anche non fosse seguita alcuna scambievole persuasione delle parti discordi, s'ignora poi infine quale sarebbe stato il colore de' voti segreti. Io, ripeto ancora, non potei parlare perché non intimato; e se la non intimazione di un accademico avente diritto fa nullo tutto ciò che lui insciente si delibera e si risolve, la prima adunanza straordinaria del 31 e molto più la seconda convocata senza alcuna regola, e, direi, quasi con sorpresa e per modo d'insorgenza, sono di dritto nulle e come non fatte. Né gioverebbe a chi venisse mai in capo questa bizzarra eccezione, l'oppormi una negligenza del bidello.
Gli atti che si emanano senza preventiva citazione non sono già nulli per ciò che non fosse consegnata la citazione al cursore, ma sì dove dal cursore non fu presentata al citando. Il tribunale potrà sì gastigare il cursore, ma gli atti mal fatti per sua negligenza non saranno perciò meno nulli, perché nati insciente la parte, la quale doveva, e non il cursore, essere avvertita. L'Accademia deve chiamare me: io riconosco lei: ella vigili sulla diligenza di chi può comprometterla.
E qui vi dimando ossequiosamente, ch. Sig. Segretario, che la presente mia lettera sia da voi passata al Consiglio, e quindi letta alla prima adunanza generale in figura di formale protesta e di speciale mozione per la nullità delle ripetute due adunanze e degli atti usciti da quelle.
E pieno di tutti i sentimenti degni di voi, ho l'onore di dichiararmioggi, 7 gennaio 1828
Vostro servitore e collegaG. G. Belli
LETTERA 87.
DICHIARAZIONE FATTA DAL SOTTOSCRITTO NELL'ADUNANZA GENERALE DELL'ACCADEMIA TIBERINA LA SERA DEL 28 GENNAIO 1828.
Quando io, con alcuni compagni eguali tutti di studii e di desiderio di gloria, fondai questa oggi famosa Accad.a Tiberina, ebbi in pensiero di stabilire un nodo di pace e di amore, che molte persone unisse ad una medesima lode.
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Accademia Consiglio Belli Accad Tiberina Sig Segretario
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