E tanto dico azzarda un sol rigo, in quanto che conosco che quantunque ti riescisse di rispondermi in pronto corso, pure la tua lettera non giungerebbe qui che domenica 28, nel qual giorno io non so se potrò più trovarmi in questa Città; nel qual caso sarà minor male che vi resti una lettera che ti sia costata la minor fatica possibile. Tuttociò poi che devi dirmi di esteso, scrivilo sabato 27 e indirizza la lettera, senz'altro ricapito, a Fano, dove io passerò o vada o no a Fossombrone. Vedi quanta confusione produce questo incaglio di tue lettere per un mese, motivo per cui sperando io d'ordinario in ordinario di riceverne, mi fuggì l'opportunità di avvisarti in tempo il mio itinerario, al che si è poi aggiunta la improvvisa mutazione di esso per la repentina notizia della dimora di Torricelli. Mariuccia mia, da me non dipende il non aver fatto di meglio. - Intanto sappi che con Deangelis non ho parlato di nulla, perché mentre io pranzava nella trattoria di una locanda, egli passò colla valigia per andar su nella stanza destinatagli, essendo arrivato in quel punto. Mi disse due parole e poi seguì il facchino. Allora non volli disturbarlo: stamattina non l'ho trovato quando sono andato alla sua locanda a cercarlo. - Un bacio a Ciro. Cento a te. Il tuo P.
LETTERA 107.
A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Bologna, venerdì 23 ottobre 1829
Mia cara Mariuccia
Brava Mariuccia mia: hai pensato benissimo; e la tua lettera mi ha trovato a Bologna. Ti assicuro che mi ha consolato più questa tua lettera che non lo avrebbe fatto un terno; mi ripongo in tranquillità dopo tanto tempo di mancanza di tue nuove; mentre è certo che dalla tua del 15 settembre nulla più ebbi, né mai vidi quel Sig. Gamorra. - Non so come tu abbia ad inculcarmi di passare da Terni, mentre questa è cosa che io faccio tutti gli anni, e parmi già noto fra noi che lo avrei praticato nell'anno corrente.
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