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      Ti sembrerebbe forse che io potessi chiuder gli occhi alla urgenza degli affari di casa quando riguardano te e Ciro? A me penserei meno. Se la Cuccoma non minchiona io partirò di qui lunedì 26, e mi tratterrò una giornata in Pesaro per vedere il Sig. Andreatini, e un altro giorno a Fano onde trovarmi allo spaccio delle lettere in caso che ve ne sia una tua. Torricelli non può per ora lasciare Firenze. Vorrebbe ad ogni costo che io lo rappresentassi come dice egli in casa sua perfino che egli tornasse; ma io gli ho risposto che per ogni riguardo non credo bene di andare dove manca il padrone. Dunque tirerò di lungo, in modo che fra i Morti e S. Carlo conto di essere in Terni. - Ricevo grandi favori dal Dottor Mazza che ti saluta con Scarabelli; e ambidue abbracciano Ciro. Dunque il nostro Cirone ancora non vuole studiar bene? Non dubitare, Mariuccia mia, che arriverà a tempo quanto ogni altro. Intanto però convengo che si debba stargli sopra. Ti salutano i coniugi Massari, ed i Celsi, e il Dottor Labella che ho veduto mezz'ora fa. Ricordami agli amici e prendi un abbraccio dal tuo P.
     
      LETTERA 108.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMAFano, giovedì 29 ottobre 1829
      Cara Mariuccia
      Due righe, che il corriere parte. Son qui da due ore. Pesaro viene prima di Fano: dunque ciò che mi dici dell'affare Antaldi non è in tempo; ma non lo sarebbe stato neppure prima perché quantunque avessi fin da Bologna avvisato Andreatini del mio passaggio, egli non ebbe la mia lettera essendo da varii giorni assente da Pesaro e per varii altri giorni lo sarà. La moglie e i giovani di studio ignorano tutto. Da Antaldi non andai, perché non avendo potuto sapere da Andreatini lo stato dell'affare temei di compromettermi in qualche punto da me ignorato. - Prendo delle intelligenze colla Marcolini (da cui pranzo oggi, e che è gravida, e ti saluta) perché potendo ritirare in tempo le carte da Pesaro le porti ella stessa a Roma per dove parte di qui il 4 di Novembre: in caso contrario ci penserà l'avvocato Cadabene.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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