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      Chi è? È Puccinelli con tutta la sua famiglia che va a visitare il figlio maggiore nel Collegio di Spello. E qui toccate di mano, addii, etc. etc. Gnoli ha ritratto dal viaggio molto giovamento, e questo puoi farlo credere con sicurezza alla moglie che mi saluterai. - Nulla ti dissi di Spoleto, non avendo ciò merito di occuparmi. In quattro giorni ho veduto, letto, e disposto. Credo che potrà andar bene. - Va bene dell'inscri.e Trivisani. E Deminicis non risponde! Uhm! - Circa a Frosconi avrai comunicato la risposta a Zuccardi. Insomma, cos'è? È poi svanita la fortuna dello zio della moglie? o che sia morto? Ma se fosse morto lasciandole bene, esse non avrebbero abbandonato la loro benedetta Parigi. Mi confondo. - Se rivedi il Marchese Antici salutamelo; anzi per suo mezzo vorrei (se fosse possibile) far chiedere scusa al Sig. Honory se nell'unico momento in cui lo vidi, il bisogno del dire e del dimandare altre cose mi fece mancare al dovere di offerirgli la società ristretta della nostra casa. Potresti per mezzo del Marchese Antici, a tuo e mio nome, far supplire? - Le notizie di Ciro nostro mi consolano assai. Io penso di occuparmi molto della sua vita, se Iddio prolunga la mia. Dagli tanti baci per me; e ringrazia Stanislao. - Venendo ora all'affare con Peppino, non credere che mentre io procuro di persuaderti pro bono pacis, io non traveda il punto vero della ragione; ma che vuoi fare con questi cervelli duri e storti come corni? Se Fratocchi non ti farà per la tua porz.e qualche agevolezza avremo evitato con 25 paoli un'altra tiritera che finirebbe il giorno del giudizio. Tu sai che con altre persone e in altri affari ho voluto e saputo sostenere il tuo diritto, ma qui mangio ad una tavola e tratto con gente diversa, e mi parrebbe aver l'aria di un cursore sotto le cibarie, malgrado tutto lo splendore del dritto che esercitassi.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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