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      - Un medico quindi!... ma che medico! fa' dei pessimi sonettacci satirici, ma pure lo credo assai più abile in quelli che nel conoscer la febbre. - A proposito, da varii giorni mi ripizzicano de' doloretti al petto, alle braccia, e alle mani: un buon medico di Frosinone progetterebbe una ben saturata decozione di... di... (non so se lo scrivo bene) di legno guaivo presa per 40 mattine, sostenendo egli che dopo un male reumatico lungo senza un decotto non si guarisce mai bene. Che ne direbbe Mazzucchelli? - È finita la carta. Addio: addio. Abbraccio di tutto cuore te e Ciro nostro.
      Il tuo P.
     
      (*) E se fra giorni volessi mangiare magari, ché anzi questo è un soggetto di angustia il salvarmi dalle continue offerte e dagli stimoli di questa natura.
     
      Publio è andato oggi a Ferentino a seccarsi e perdere il sonno. Io ho preferito di fare il mio comodo: e questa sera quando tornerà gli darò la tua lettera che ho ritirata per lui alla posta.
     
      LETTERA 125.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Veroli, 30 giugno 1831
      Partirò certamente, Mariuccia mia, e con questi di casa non è necessario alcun pretesto, avendogli io già manifestato chiaramente che la stemperatezza di questo clima mi caccia. Circa all'interesse sono contentissimi che tu lo accomodi con Publio: si potrà ratizzare sulla mia dimora fatta fino al punto della partenza. - Tu mi dimandi perché non ti ho dato prima un cenno delle cose che ti dissi nella mia precedente. - Te ne ho parlato quando era tempo di aprir bocca. Il tempo anteriore fu consumato in esperienza. Appena qui giunto, e per qualche giorno di poi, ti dava buone nuove di mia salute, e diceva la verità. Lo stomaco era stato il primo ad accorgersi del mutamento di clima e se n'era mostrato contento. Dopo sono succeduti ad avvedersene i muscoli, ed hanno collo stomaco fatto causa a parte.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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