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      Intanto io vado scoprendo certe codiche di porco cotte col lesso, vado sentendo pepe e garofani, bevo un'acqua che sa di terra, benché a questi signori sembri acqua celeste, e debbo tutto giorno lottare contro le cordiali insistenze di chi è incapace di essere illuminato quando certe cose non le capisce da sé. - Mi dicono: Lei sta sempre solo, e si annoierà. Come vuoi fare altrimenti? Io ho bisogno di riguardi. Se scendo all'appartamento della signora, trovo tutto aperto, e spesso per le stanze fischia la tramontana come in piazza. È vero che qualche volta al mio apparire si chiude qualche finestra in qui e in là, ma io mi accorgo assai bene che quello che giova a me nuoce agli altri, e riesce loro un gran sacrificio. Figurati, la conversazione è composta di tre o quattro persone che giuocano a calabresella in mezzo proprio di una stanzetta con quattro finestre, due porte e un camminetto, che vale a dire sette buchi tutti spalancati. La Sig.ra Nanna sta in camera sua a dir le orazioni con le figlie; ed io in camera mia a sbadigliare, ma almeno a finestre chiuse. A due ore e mezzo ceno. Publio e il Governatore che fan parte della calabresella, cenano verso le due e vanno spesso a letto coll'alba. Potrei io far questa vita? - Venghiamo adesso alla mia partenza. Ho fatto consiglio colla Sig.ra Nanna e con Publio. Due mezzi vi sono: o la diligenza di Frosinone, o la vettura. Col primo mezzo eviterei la pessima nottata a Valmontone, ma c'è l'incomodo di andare di qui a Frosinone con tutto il bagaglio; e questo è poi soverchio per la condotta della diligenza. In vettura porterei tutto con me, ma si fa la tremenda nottata fra le cimici di Valmontone. Or senti bene. Dimani torna da Roma quel vetturino che io cacciai via allorché venni qui. Con esso combinerò il giorno ed il modo del partire, e se egli (come qualche volta lo fa) accudisce a fare tutta una tirata, te ne avviserò, e tu mi favorirai di farmi trovare alla porta la facoltà del Conte Moroni firmata e bollata col suggello di uficio a scanso di dispute.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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