A te e a Biagini, ed in voi agli amici di maggior mia confidenza io darò a vedere gli ultimi lavori delle mie ore d'ozio, persuaso che la delicatezza e l'amicizia d'entrambi non ne trarrà fuori che la sola lettura. Ne rideremo poi insieme; e queste risa ci varranno a prepararci l'animo alle possibili sciagure che ci minaccino. Abbraccia tutti quelli che mi son cari: addio.
Il tuo Belli
La mia salute è mediocre. La tua?
LETTERA 131.
A FRANCESCO MARIA TORRICELLI - FOSSOMBRONE[31 dicembre 1831]
Mio caro Torricelli
La tua lettera del 27 mi ha tutto pieno di dolore. Vi leggo quanto tu hai dovuto e devi sentire in questo luttuosissimo avvenimento: nel bacio e nel sorriso paterno, di', non hai trovato oggi un premio, un gran premio, della filiale carità? Il tuo padre morendo si è ricordato che tu non gli hai afflitto gli ultimi giorni di vita malgrado qualche piccola durezza che potesse averti usata. La di lui benedizione discese sul tuo capo e passerà certo ai figli de' tuoi figli. Ora sii uomo, un uomo filosofo; sollevati e pensa quante vite sono attaccate alla tua. - Ho delineato oggi un rozzo pensiero da servire per una idea allo scultore in metallo. Vedilo intanto tu, e rimandamelo, perché non ne ho un doppio. Io stimerei che la grandezza fosse conveniente così. Sto pensando che se le lettere ti sembrano grandi al giusto difficilmente si potranno incidere nette nel marmo e più difficilmente riempire il graffito con l'oro in modo che risalti. Per l'incisione in marmo vorrebbero le lettere essere di taglio più ampio e profondo che non comporta la proporzione del mio modello: e fatte più grandi, ne risulterebbe un tutto di soverchia mole e di soverchio prezzo (benché questo non sarà mai piccolo): l'anello soprattutto vi si smarrirebbe alla vista. Non si potrebbe dunque tirare la tavola di bronzo oliva-cupo, incidervi le lettere e dorarle?
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Biagini Belli Torricelli
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